Una nuova procedura per le certificazioni CE per imbarcazioni e unità navali, con visite da remoto sulla falsariga di quanto già avviene nello smart working a seguito della pandemia da Covid-19. È quanto emerso durante la tre giorni di meeting degli enti notificati dalla Unione Europea, che si è svolto a Malta dal 3 al 5 maggio 2022, ed a cui ha partecipato anche l’ANS con il coordinatore degli ispettori, Salvatore Farina.
Visite da remoto per le certificazioni in caso di emergenza
Tanti i temi sul tavolo della Recreational Sectoral Group, appuntamento semestrale che mette al confronto gli organismi notificati per il miglioramento della direttiva EU 2013/53 per la marcatura CE della nautica.
Durante i dibattiti, è stata ribadita tra l’altro la volontà di individuare un metodo per permettere anche da remoto agli ispettori di poter portare a termine le visite per le unità da diporto: dal tavolo, infatti, è emersa la necessità di poter fronteggiare – in caso di nuove emergenze – la questione relativa all’avanzamento delle certificazioni di sicurezza per il diporto, scongiurando rallentamenti e finanche gli stop che si sono registrati durante la prima fase dei lockdown a livello mondiale.
Una modalità da cui verrebbero escluse le APC (Assessment Post Construction), ma che può risultare utile per le altre certificazioni, quali ad esempio le marcature, spiega il coordinatore Farina. “Si tratterebbe di un metodo innovativo, che introdurrebbe una sorta di smart working per gli operatori di settore in caso eccezionali o di emergenza – aggiunge Farina – In caso di forza maggiore, le visite da remoto potrebbero scongiurare che si paralizzi il mercato. Il prossimo step sarà quello di individuare un software in grado di riportare fedelmente e con la massima affidabilità quanto stabilito durante le ispezioni a distanza”.
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Argomento che terrà banco alla prossima riunione degli enti notificatori che si terrà a Dublino alla fine di settembre, mentre resta caldo il tema della guerra in Ucraina e dei maggiori controlli che saranno effettuati nei prossimi mesi sui produttori russi: dalla riunione di Malta, infatti, è emersa la necessità di rafforzare gli accertamenti sui nominativi di produttori ed armatori provenienti dalla Russia che potrebbero essere finiti nella black list stilata da Unione Europea e USA in quanto ritenuti fiancheggiatori della politica d’aggressione di Putin.